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"Mediante versi brevi, spontanei, frantumati, Duilio Paiano, autore vocato alla narrazione e alla saggistica, attesta nelle pagine della silloge Chi raccontrà il mio domani... la capacità di sapersi guardare intorno con rinnovato stupore, di vivere il suo segmento esistenziale da testimone attento e responsabile e di tentare, con deciso rigore, uno scandaglio, serio e accorato, dentro di sé per cogliervi quei fermenti che animano il suo "universo". L'autore cerca di dare respiro e voce alle sue emozioni. Sa che l'alfabeto della vita nasconde contraddizioni, regole illogiche, eppure non disdegna di accettarne la brevità, consapevole di essere un frammento d'infinito, ordinato a tornare a "danzare" nell'origine della sua avventura umana. E anche se la clessidra continua inesorabile a enumerare "sparuti granelli di sabbia", nel poeta sopravvive il desiderio di rivivere la propria origine, di alimentare i ricordi che ne hanno scandito i passi attraverso un sentiero gremito di accensioni, di sogni, di agguati".